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luglio

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Simone: da Grottammare ad Assisi all’insegna del turismo

by Luca Marcelli

Simone Splendiani

Abbiamo incontrato Simone Splendiani, giovane amministratore locale con delega al turismo al Comune di Grottammare, cittadina rivierasca sita nelle Terre del Piceno. Simone, dopo la laurea, intraprende un dottorato presso l’università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Inizia qui la sua carriera di ricercatore e docente di Marketing turistico presso l’Università degli Studi di Perugia e Assisi.

Il primo incontro con il turismo?

“L’incontro con il turismo è avvenuto durante il mio percorso di studi. Una tesi di laurea in turismo, un dottorato in turismo e ora l’insegnamento a Perugia.  L’incontro con la politica è avvenuto nel 2008. Da consigliere comunale ottengo la delega alla promozione turistica e compio i primi passi nella gestione tra ente comunale e consorzio turistico”.

Il turismo dal punto di vista dell’insegnamento?

Mi trovo tutti i giorni a contatto con gli studenti e mi sono fatto l’idea che le caratteristiche essenziali per avere successo (o almeno poterci provare) sono sostanzialmente tre: – capacità relazionali e doti caratteriali (creatività, curiosità, capacità di problem solving, ottimismo, capacità di leadership, umiltà) – conoscenze teoriche. Non esiste un dualismo tra esperienza e teoria, sono due facce della stessa medaglia e servono entrambe. La formazione deve essere continua per tutti, nessuno può sentirsi “arrivato” come nessuno deve sentirsi inadatto o “troppo vecchio” per imparare cose nuove. – approccio internazionale. La competizione è globale e i giovani manager del turismo dovrebbero sin da subito abituarsi a ragionare in quest’ottica. Per questo consiglio sempre di fare esperienze all’estero durante il percorso di studi.

E dal punto di vista istituzionale?

Quest’estate, qui a Grottammare, è avvenuta una collaborazione importante. Come assessorato al turismo abbiamo proposto agli imprenditori di co-finanziare 5 eventi di animazione in spiaggia: la risposta è stata straordinaria. Questa è la via da perseguire, non solo perché si possono avere fondi maggiori a disposizione, ma soprattutto perché i privati si sentono impegnati e coinvolti nelle scelte. Al pubblico spetta questo: dare la visione e guidare la strategie, non imporle né agire in solitaria.

Quali cambiamenti devono essere apportati nel comparto turistico locale, regionale, nazionale?

Il primo cambiamento da fare è smettere di fare cambiamenti. Spesso si fanno cambiamenti organizzativi con l’illusione che ciò garantirà competitività del sistema, ma l’organizzazione è solo una componente e neanche quella più importante.

Forse si cambia perché non si è ancora trovato il modello vincente?

Non esiste un modello vincente. Ciò che può fare la differenza è la componente “soft”: la cultura imprenditoriale, capacità di leadership del pubblico, i valori condivisi, le competenze diffuse, la conoscenza. Tutto ciò deve maturare nel territorio e non si ottiene con una legge o con una riforma, serve l’impegno di tutti.

Simone per ora proseguirà il suo percorso, la sua carriera in ambito turistico…….. in bocca al lupo Prof!

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