Beato Marco

Località: Montegallo

Questo grande francescano (fu uno dei seguaci di san Giacomo della Marca, attuale patrono della Provincia Picena dei Frati Minori e grande mistico vissuto a cavallo tra Trecento e Quattrocento) visse negli anni che videro le grandi navigazioni di Cristoforo Colombo e la scoperta dell’America. Marco figlio del feudatario Chiaro de Marchio, nacque nel 1425 a Montegallo nei pressi di Ascoli Piceno, dove la sua famiglia si era ritirata per sfuggire alle feroci lotte delle opposte fazioni, che imperversavano in Ascoli. Il padre comunque volle ritornare in città, per dare la possibilità di studiare a Marco, che in seguito passò alle Università di Perugia e di Bologna, dove si addottorò in legge e in medicina. Tornato ad Ascoli esercitò per un certo tempo la professione di medico; nel 1451 per assecondare i voleri del padre sposò Chiara de’ Tibaldeschi di nobile famiglia, ma con la quale convisse castamente; l’anno successivo morì il padre e gli sposi di comune intesa scelsero la vita religiosa, lei entrando tra le clarisse del convento di S. Maria “delle donne” in Ascoli e lui tra i Francescani Osservanti. Come francescano Marco de Marchio, fece il noviziato a Fabriano, poi fu come superiore a San Severino, sotto la guida del confratello e corregionale san Giacomo da Monteprandone detto “della Marca” che insieme a san Bernardino da Siena e san Giovanni da Capestrano, costituivano gli alfieri dell’evangelizzazione del secolo XV e primi fautori dell’apostolato sociale. Prese ad operare contro le due principali piaghe del secolo: le discordie civili e l’usura usata in prevalenza dagli ebrei; svolse la sua intensa attività dal 1458 al 1496, patrocinando la pace e il bene pubblico ad Ascoli, Camerino, Fabriano e combattendo l’usura, che condizionava pesantemente la vita delle famiglie, istituendo i Monti di Pietà. Insieme con il beato Domenico da Leonessa costituì il Monte di Ascoli nel 1458; in seguito da solo istituì quelli di Fabriano (1470), Fano (1471), Arcevia (1483), Vicenza (1486) e non è certo, anche quelli di Ancona, Camerino, Ripatransone; restaurò quello di Fermo.

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