Chiesa di San Giovanni Battista

Indirizzo: Contrada Pescolla
Località: Castorano
Telefono: 073687132
Email: info@comune.castorano.ap.it
Sito web: www.comune.castorano.ap.it

La chiesa di San Giovanni Battista a Pescolla, fu eretta nel 1532 per volontà del popolo, in esecuzione ad una delibera del Consiglio degli Anziani di Ascoli del 7 Dicembre 1487, in cui si metteva fine ad un contenzioso tra gli abitanti del Castello di Castorano e gli uomini di Pescolla, per la costruzione di una nuova chiesa nella stessa Villa confinante e soggetta. In detta delibera fu sentenziato “quod homines dicte ville possint et valeant edificare et construere in dicta villa unam ecclesiam de novo”. Essa fu costruita, molto probabilmente al posto di una già diruta, da muratori lombardi come afferma Pietro Capponi nel suo “Memorie storiche della chiesa ascolana e dei vescovi che la governarono”, infatti già nei Catasti del 1381 nel territorio di Castorano viene citata la chiesa di San Giovanni Battista. Essa è disposta direzione est-ovest a navata unica, con l’Altare Maggiore disposto ad Est e due altari laterali. Al momento della costruzione essa risultava molto più bassa, internamente quasi spoglia, c’era solo uno splendido affresco coevo alla sua costruzione e c’era una piccola torre a vela. Solo successivamente fu dotata di tre pale d’altare: la tela di S. Anna del Trasi, quella di S. Giovanni Battista del Cantalamessa e quella del S.S. Rosario di pittore anonimo. Nel 1571 addì 29 Novembre, con Bolla Vescovile di Pietro Camaiani Vescovo di Ascoli essa divenne tempio parrocchiale, all’interno c’erano tre fosse per le sepolture, una per gli uomini, una per le donne ed una per i bambini. Numerosi sono stati i restauri nel corso dei secoli, a causa della particolare friabilità del terreno sottostante. Il più importante è stato quello del 1842, curato e diretto dal parroco don Emidio Malaspina, autorizzato e sostenuto dal Vescovo Zelli. Su disegno dell’architetto ascolano Ignazio Cantalamessa la chiesa fu rialzata di 14 palmi, corrispondenti a metri 3,08 per tutto il suo perimetro con quattro pilastri ad arconi per il sostenimento del tetto, tre volte a camorcanna e rinnovata in tutti gli altari, pavimento, porte e finestre. Nel 1873 il parroco don Emidio Monti fece costruire a sue spese l’edicola lignea sopra l’Altare Maggiore in cui è incastonata la tela del Trasi. Diversi interventi furono fatti eseguire da don Serafino Salvati nel 1886, tra i quali due chiavi in ferro di riconsolidamento ai muri della chiesa e sagrestia. Poi ancora nel 1898 fece costruire la torre ed il porticato nella canonica. All’inizio del ‘900 acquistò un pregevole organo a canne, nel 1922 fece riparare una parte della volta e poi la fece interamente affrescare da un giovane e sconosciuto professore di Roma, De Barberis che diverrà poi famoso sotto il fascismo. Don Domenico Guidotti, fece fare lavori nel 1929 e nel 1947. Verso la fine degli anni Sessanta, per opera di don Severino Volpi fu rifatto il pavimento dell’abside, si tolsero le balaustre in legno e vi fu aggiunto un altare in modo che il parroco potesse celebrare la Santa Messa rivolto verso i fedeli, furono tolte le pedane in legno sotto gli altari laterali ed al loro posto vi furono messi i banchi. Ancora nel 1989 don Severino Volpi fece fare lavori all’interno della chiesa con l’aiuto degli artigiani di Pescolla ed una colletta tra gli stessi parrocchiani. Verso la metà degli anni Novanta, quando ormai la chiesa non era più tempio parrocchiale, fu il parroco di Castorano don Giuseppe Damiani a far fare interventi sul tetto della chiesa, perché le infiltrazioni d’acqua avevano irrimediabilmente compromesso la volta a camorcanna con i dipinti del Barberis. Ed arriviamo ai nostri giorni, Don Cesare Cossignani nel giro di pochi anni, ha fatto restaurare l’ex canonica, la chiesa e la torre riportando tutto il complesso al suo antico splendore come possiamo oggi ammirare.

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