Maioliche e Ceramiche

Le botteghe artigiane rappresentano per il visitatore di Ascoli Piceno una vera e propria sorpresa. Appaiono nel centro storico quasi all’improvviso e s’inseriscono tra i vecchi edifici e le strette rue.  L’Ascoli artigiana trova il suo spazio in via Pretoriana, proprio al centro della città, sull’asse segnato dal cardo romano. Sui suoi lati si aprono numerose, piccole botteghe che espongono caratteristici prodotti artigianali. Altra area dove i laboratori artigiani si susseguono con frequenza è quella intorno a San Pietro Martire, la chiesa romanica – gotica realizzata tra XIII e XIV secolo in conci di travertino. L’artigianato ascolano più diffuso è quello della maiolica. La ceramica di Ascoli Piceno ha una lunga storia, contrassegnata da alterne vicende, ma con momenti di grande splendore. Presente costantemente nella vita dell’arte e dell’economia cittadina, è sicuramente documentata a partire dal Cinquecento. Tra il ‘700 e l’800 le maioliche godono di meritata celebrità. Sono i monaci Olivetani che nel Convento di Sant’Angelo Magno lavorano oggetti in maiolica e a partire dal 1787, attivano una fabbrica per svilupparne maggiormente la produzione.
La fabbrica passa poi agli ascolani fratelli Cappelli e quindi alla famiglia Paci, originaria di Porto San Giorgio. Sia i Cappelli sia i Paci risultano oltremodo valenti e le loro maioliche sono ambite dal patriziato piceno. Con il passare degli anni la fabbrica non riesce a sostenere l’acuirsi della concorrenza esterna e nel 1865 è costretta a cessare ogni attività. La ripresa avviene nel 1920 per opera dell’ingegner Giuseppe Matricardi che impianta uno stabilimento a Campo Parignano. I prodotti sono subito apprezzati e trovano sbocco commerciale soprattutto verso gli Stati Uniti. Nello Giovanili, altro valente ceramista di Castelli, rileva la fabbrica che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, assume la denominazione di “Fabbrica Ascolana Maioliche Artistiche” e accoglie tra le maestranze artisti di grande valore. Sono questi che alla chiusura dell’opificio a meta degli anni ’70 aprono le numerose botteghe che oggi danno lustro alla ceramica ascolana. Dei lavori di Nello Giovanili rimane quel puro candore di oggetti d’uso e di ornamento, egli trasforma la bottega in galleria e i maestri e i lavoranti in geniali creatori di opere d’arte. Non a torto molti sono invitati a mostre di grande risonanza, non solo nazionale. II prodotto della ceramica artistica ascolana, apprezzato sui mercati anche esteri, è sostenuto da un associazionismo vivace che ne protegge la qualità e ne cura la diffusione.

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